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#plasticfree: cosa può fare la cosmesi per l’ambiente?

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Dopo avervi raccontato nel dettaglio le novità skincare e makeup e quelle corpo e capelli proposte dalle aziende in questo SANA 2019, volevo affrontare un argomento forse meno interessante e ma sicuramente più attuale, ovvero il tema del plastic free.


Cos’è il plastic free? il plastic free, letteralmente “senza plastica”, é un movimento che spinge a ridurre il consumo di plastica e spesso confina nello zero waste, ovvero la produzione minima di rifiuti per riuscire a salvare il nostro pianeta. Il SANA lo ha scelto come tema principale di questa fiera, per questo ho chiesto ad alcune aziende presenti in fiera la loro opinione sul tema e come loro cercano di impattare il meno possibile.


Perché bisogna cercare di avere abitudini plastic free


É una premessa doverosa perché nonostante gli ultimi avvenimenti ( l’incendio dell’Amazzonia e della Siberia, l’inquinamento degli oceani) a molti non é chiaro che la plastica é inquinante. Non é chiaro che il nostro ecosistema si sta sbriciolando davanti ai nostri occhi e bisogna fare qualcosa, sopratutto nel nostro piccolo. E noi amanti della cosmesi, che di plastica ne abbiamo sempre consumata tanta, dobbiamo almeno impegnarci a capire quali sono le alternative che possiamo usare per fare la nostra parte.


Plastic free e cosmesi: esistono delle alternative nei packaging?


Fortunatamente il mercato ha creato alternative alla plastica, usate al SANA e non solo.
Come il bio-based, materiale ricavato dagli scarti della coltivazione di mais con cui vengono prodotti i flaconi di Biofficina Toscana, il brand inoltre si pone con serietà e impegno nei confronti della sostenibilitá :

“Quello che noi come Biofficina Toscana cerchiamo di fare con l’ambito ambientale a 360 gradi é di dimunire l’impatto delle nostre produzioni sull’ambiente.

Il Plastic free é un argomento per noi importante fin dall’origine, non solo plastic free ma in generale waste free cioè libero dagli sprechi. Fin dall’inizio non abbiamo usato un packaging esterno, di carta, abbiamo infatti optato per serigrafie o etichette. Nel caso specifico della plastica abbiamo iniziato ad utilizzare il bio based, che è un materiale che è un polimero che non deriva dal petrolio ma deriva degli scarti della lavorazione del mais quindi è riciclabile e questo è un buono dopo ma è buono anche il prima, visto che la sua origine non è da fonti non rinnovabile.

“In generale anche sulla carta cerchiamo di non utilizzarla, per esempio qui al SANA abbiamo rimosso quasi completamente l’utilizzo della carta, con l’utilizzo dei QR code nello stand dove scaricare brochure e informazioni sui prodotti. Noi ci muoviamo costantemente in questa direzione spesso ascoltando le segnalazioni da parte di clienti, che ci possono rendere sensibilizzati su alcuni problemi”


Esistono anche plastiche bio degradabili e il PET, che nonostante sia plastica, é una plastica reciclata e reciclabile fino a 3 volte. Ci sono aziende che si stanno muovendo verso questa direzione, andando a sostituire i propri pack nel corso di quest’anno come nel caso di Hand Cosmetics:


“Stiamo lavorando allo sviluppo di nuove linee concentrandoci su dei contenitori che possano essere di plastiche già riciclate. Questo è il futuro a cui tenderà il 2020 per quanto riguarda la plastica in generale, uno sforzo che si farà, che non è uno sforzo ma una scelta consapevole: un prodotto di una plastica riciclata arriva dalla produzione di una plastica già esistente e non si deve ottenere la plastica di nuovo dal petrolio quindi , petrolio già estratto e già lavorato che si rimette in circolo. I flaconi dei prodotti che arriveranno saranno di questa natura e alcuni prodotti già esistenti con degli imballi che esistono già, verranno sostituiti in favore di queste nuove plastiche rifatte.”


All’interno di queste idee, ci sono aziende che si stanno muovendo verso una scelta ancora più consapevole cercando di capire quale sia effettivamente giusta come Antos Cosmesi:


“Noi da qualche anno utilizziamo delle plastiche di origine riciclata che sono comunque dei prodotti che vanno a togliere la plastica, quella che viene già riciclata e riciclata correttamente. Ci sono altri vari tipi di plastiche come le plastiche come quelle che derivano dal mais o dai semi ed é sicuramente un valido contribuito, ma bisogna ancora studiare bene cosa c’è alla base di questi materiali. Magari possono essere eco-sostenibili nel momento in cui si buttano via, ma se poi per contenere un prodotto ha bisogno di tanto tempo per smaltirsi comunque, diventa difficile capire il suo impatto.

Anche il vetro si può riciclare quasi all’infinito ma ha questa particolarità di essere pesante e il forno per fare il vetro ha una temperatura molto alta e brucia risorse. Su questo fronte stiamo cercando di documentarci al meglio e stiamo valutando varie opzioni per non correre dietro alla moda del plastic free che potrebbe rivelarsi da un’altro punto di vista non proprio corretta.”


Quando le alternative in plastica vegetale sembrano non affidabili, molte aziende e sopratutto molti consumatori sono portati a scegliere packging in vetro. Il lato negativo del vetro lo conosciamo tutti, primo tra tutti non essere travel friendly perché soggetto alla rottura e spesso i flaconi in vetro a contatto con la luce deteriorano il prodotto contenuto all’interno.


Per risolvere questo problema, i fondatori di Bisoubio hanno pensato ad un pack in vetro bianco serigrafato per la loro nuova linea Ahora. E hanno giá fatto un ottimo lavoro sui packaging della loro linea principale:


“Le parti in plastica in questo caso sono tutte riciclabili, per quanto riguarda la plastica su tutta la linea Bisoubio. Sono prodotti che vengono da plastica riciclata, per quello che riguarda gli erogatori, e invece in PE puro per il resto del pack, riciclabile al 100% anche perché l’etichetta non è ne in carta ma in polipropilene.

Quando noi raccogliamo le bottiglie di plastica dell’acqua quelle con la carta intorno, queste non vanno nel riciclo della plastica perché l’etichetta deve essere tolta altrimenti il processo di riciclo non le riconosce. Questo è quello che abbiamo fatto noi: abbiamo sostituito il pvc con il prolipopilene così può essere tranquillamente gettato il flacone nella plastica.”


Nonostante questo, non si fermano e cercano alternative per il futuro:


“Stiamo lavorando da circa un anno con un’azienda tedesca a un prodotto innovativo sulla bio plastica che si scioglie nell’acqua e rilascia delle micro molecole e che possono in alcuni ambienti marini essere elemento nutritivo. L’estrazione di questa bioplastica viene dalle alghe, quindi non è di estrazione dal petrolio, da grano, da mais, questa alga estratta dall’oceano indiano si riesce a filmare per creare questa bio plastica. E’ un progetto ambizioso a cui stiamo collaborando ma che vedrà luce solo nel 2022.”

Anche Bqueen, con il suo rinnovo, é passata ai pack in vetro e a quelli di plastica riciclata:


Siamo riusciti nella scelta del vetro per le creme e per il contorno occhi,sia nella scelta del packaging nero che non subisce quella fase di sbancamento che subiscono le altre plastiche o l’altro vetro e andiamo ad impattare meno sull’ambiente. Utilizziamo plastica PP, polipropilene, che è una plastica riciclata e riciclabile fino a tre volte. Quindi dove abbiamo dovuto scegliere la plastica, abbiamo scelto così e anche le etichette sono nello stesso materiale.”


Ci sono aziende come Eterea che fin da subito sono riuscite a imporsi sul mercato con una loro precisa filosofia eco sostenibile:


“Per il progetto Eterea non abbiamo mai utilizzato packaging inquinanti, infatti utilizziamo al 99% vetro e il nostro packaging secondario è prodotto dalla cartiera Fedrigoni che utilizza carta da riciclo e la riutilizza più volte per produrre i nostri pack e non solo. É tutto riciclato e riciclabile, siamo assolutamente contro ogni tipo di inquinamento, siamo inoltre animalisti ed ecologisti in prima linea. “


Quando é difficile ottenere questi risultati, ci si adopera nel creare prodotti più convenienti che possano essere riciclati e utilizzati più a lungo come nel caso di My Sezione Aurea:

“Noi stiamo cercando di limitare il più possibile l’utilizzo di plastica e stiamo cercando anche sui prodotti già esistenti, per esempio quelli della detergenza di creare i maxi formati quindi per evitare al minimo. diciamo che il nostro prodotto per eccellenza plastic free anche se contiene plastica proprio nell’ottica di ridurre l’inquinamento sono le fiale osmotiche che non utilizzano le singole fiale monodose monoporzione, ma un unico mono flacone che è in plastica dura e che può essere riutilizzato.”


Plastic free: la tendenza della cosmesi solida


La cosmesi solida sta predendo piede negli ultimi anni e io stessa ho provato alcuni prodotti di questa tipologia, interessanti sicuramente, ma che generano non poche perplessitá. Ad esempio Sabina di Parentesi Bio ci spiega la sua visione sull’argomento:


“Tutti quanti dovremmo andare verso quello che è la cosmesi solida ed è quello che realmente possiamo fare in plastic free. C’è da dire che nella cosmesi solida non è realmente come la cosmesi tradizionale sia nell’aspetto sia nella a sensazione sul capello; magari molte persone si scoraggiano. Adesso passa questa moda, che è buona (magari ci fossero mode così) ma la mia paura è che non venga spiegato bene e si cerca solo di vendere e non venga detto al consumatore che il prodotto deve essere utilizzato in un certo modo.

Dobbiamo fare degli acquisti più consapevoli, e capire che sono prodotti più particolari. “Ah cento shampii riesci a fare con questo prodotto” é un esagerazione! É vero, ti dura più di un normale shampoo, la sensazione che hai e un po’ diversa per ogni cute ma dopo la sensazione che hai è di capello pulito.

Parentesi Bio si è inoltre tanto preoccupata quest’anno della plastic free: per questo abbiamo scelto di fare la spazzola in legno e di non fare da tempo la pubblicità cartacea, ci sono i QR code e non trovate nessuna brochure, volantino e niente dai nostri rivenditori e per il 2020 stiamo cercando di sostituire tutti i nostri contenitori con plastica naturale vegetale, quindi stiamo aspettando delle analisi perché non è proprio semplicissimo.

Il nostro obiettivo è rendere sempre i consumatori consapevoli perché vorrei far capire alle aziende che se noi vendiamo senza dire al consumatore come va utilizzato il prodotto, in realtà facciamo peggio. Secondo me l’obiettivo per chi fa eco cosmesi è quella di andare verso il solido.

E’ così facile essere #plasticfree in cosmesi?


Essere plastic free oltre che ad essere un stile di vita in grande parte positivo e auspicabile, é un trend iniziato da relativamente poco e comporta tecnologie e nuove risorse…costose e non sempre praticabili per tutti. 


“Io ho cercato di percorrere questa strada nella scelta del packaging per un azienda è veramente complicato per la gestione dell’acquisto, dei numeri di pezzi, e dei costi che si andrebbero poi a riversare sul consumatore finale e non possiamo pretendere in una prima fase come brand nuovo di sparare dei prezzi altissimi solo perché vogliamo tutto vetro. Diciamo la verità, non si può. Sicuramente è qualcosa a cui io tengo molto e ove possibile faccio del mio meglio per proseguire su questa strada. “


Ci racconta ancora una volta Elisabetta di Bqueen, cosi come Tatiana di My Sezione Aurea:


“E’ difficile per un’azienda cosmetica essere totalmente plastic free, confenzioni più ecologiche sono più costose e non sempre il cliente finale è disposto a spendere un po’ di più per adeguarsi ad un pack più ecologico.”


Non é facile per un azienda cosmetica rincorrere un trend simile, senza dover e voler compromettere la qualitá del prodotto. La fondatrice Jamalfi Bio Cosmetics ammette:


“Noi quello che abbiamo potuto fare in un packaging di vetro lo abbiamo fatto. Adesso tramite il nostro laboratorio che ci produce i prodotti stiamo cercando un packaging eco-sostenibile ma dobbiamo testarlo perché il prodotto si può deteriorare. dobbiamo vedere come reagisce, abbiamo pensato di contattare un azienda che si occupa di vendita di alberi online per l’emissione di Co2 di compensare e stiamo aspettando una valutazione. Sul packaging stiamo cercando di fare il più possibile abbiamo infatti dei flaconi airless perché in questo momento non abbiamo trovato ancora quello che ci può soddisfare la maggior parte è vetro e legno, il cartoncino è tutto riciclabile.”


Ed é proprio Eleonora di CHIO a portare alla luc e le difficoltà delle piccole imprese da questo punto di vista:


“Io seguo molto il mercato, il che vuole dire contattare le aziende che utilizzano il Green PET o comunque plastica bio degradabile, non solo riciclata ma anche riciclabile. Chi fa cosmetica come la faccio io, cioè con la propria materia prima nel mio caso con la bava di lumaca, purtroppo o per fortuna, io ne produco spesso ma piccoli lotti per cui se riesco a fare 10 litri di bava, non avrò una produzione di 3000-5000 pezzi ma di 100-1500-500 pezzi. Purtroppo queste aziende non fanno vendita di lotti inferiori ai 5000 pezzi. 5000 pezzi non sono già competitivi, ne devi comunque acquistare 10000 per cui io l’unica cosa che posso fare è cercare di utilizzare il vetro e il PET. Questa è l’unica cosa che posso fare!


Ho contattato un azienda al cosmopack e abbiamo studiato delle etichette compostabili anche li dovevo fare dei numeri pazzeschi, ma siccome le formulazioni possono cambiare, le normative possono cambiare per alcune nomenclature, non è possibile farsi magazzino nemmeno delle etichette. Per cui il mio approccio è attendiamo che diventino utilizzabili anche per i piccoli produttori, ma io non rinuncio alla qualità dei miei ingredienti e delle mie formulazioni e della mia materia prima in una produzione industriale per andare dietro al Green pet, attenderò che il Green pet sia alla portata di tutti i produttori.”


La cosmesi può fare qualcosa e lo sta facendo!


Tutto questo discorso, le domande e le chiacchierate con le aziende servono a farvi capire che qualcosa di concreto sta succedendo, che nonostante gli ostacoli economici e tecnologici, ci stiamo muovendo verso la giusta direzione. Avrei voluto parlare ancora con tante aziende, raccontarvi la loro filosofia su questo argomento ma credo che dalle novitá che avrete letto sul blog e visto su altri profili che hanno partecipato al SANA che il cambiamento é davvero reale e tangibile!


Come i cosmetici completamente solidi della nuova linea Co.So di Officina Nature, i pack della linea acqua di Bio’s e molto altro!


E noi consumatori, cosa possiamo fare?


Sostengo in primis che non sia fattibile una vita completamente waste free e per come si pone adesso il mercato, non cosmetico, é impossibile anche vivere totalmente plastic free. Si possono fare tante piccole cose per avvicinarsi a questo mondo e fare tanti piccoli gesti.

Come scegliere panni di cotone riutilizzabili per struccarci, comprare una boraccia ricaricabile al posto delle bottiglie di plastica, comprare detergenti per mani e per vestiti ricaricabili in contenitori di prodotti cosmetici giá utilizzati, ma sopratutto acquistare da aziende che stanno cercando di fare la differenza per permettergli di continuare a fare la differenza!


Questo significa acquistare in modo consapevole: comprare il giusto, smaltire ogni prodotto per non sprecare nulla e sostenere chi merita il nostro sostegno.


E voi, cosa fare per vivere plastic free e come vi comportate nell’ambito beauty?


A presto!

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4 commenti

  1. Che dire: i tuoi post sono sempre fantastici. Ricchi di informazioni dettagliate e di argomenti attuali. Da quasi un anno sto cercando di passare totalmente al bio e/o di supportare quelle piccole realtà o aziende che lavorano duramente per raggiungere la qualità senza rovinare ulteriormente il nostro pianeta. É giusto che sia i miei soldi a chi li merita davvero e per una giusta causa. Continua così Be, presto spero di poter anche acquistare un bel pezzo de “le borse di Elisa” ? un grosso abbraccio ps ricondivido sulla mia pagina! ❤️

    1. bebibi dice:

      Grazie mille Giò per questo commento, non sai quanto mi faccia piacere ❤️❤️

  2. Elisabeth dice:

    Argomento molto attuale! Io nel mio piccolo sto cercando di non usare più dischetti usa e getta e cerco di comprare in modo sopratutto consapevole e non per moda. Compro il giusto e consumo il prodotto fino all’ultima goccia(questo da sempre, gli sprechi non mi sono mai piaciuti!). E poi, anche io cerco di sostenere le piccole aziende nel mio piccoli s’intende! 🙂
    A presto,
    &ly

  3. […] e avevo sempre desiderato i vasetti delle creme e del contorno occhi in vetro per un discorso di eco-sostenibilità. E’ stata la prima cosa che ho voluto […]

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